Genesi della lean production

    Il termine inglese “Lean” letteralmente significa “snello, magro, scarno”. Da qualche anno è divenuto di moda grazie al libro “La macchina che ha cambiato il mondo” (Womack e Jones).
    Nel libro gli autori analizzano il modello organizzativo della Toyota, maggiore casa automobilistica del mondo fino al 2105. Toyota, al tempo dell’analisi (1990) svettava per netta superiorità organizzativa rispetto ai concorrenti.

    Contaminazione

    Le organizzazioni aziendali di tutto l’occidente sono state contaminate dalla logica Lean.

    Lean esprime un concetto semplice e schietto: “riduzione degli sprechi”.

    Questa logica di approccio, tutt’altro che banale, è applicabile a qualsiasi processo produttivo ma impone la necessità di osservare i processi da un punto di vista incondizionato… oseremmo dire “esterno”, con estremo spirito critico e volontà di miglioramento.
    Ecco che nasce quindi il concetto di Lean Office quando questo approccio vien portato nella gestione dei flussi documentali ed amministrativi di un ufficio.  La complessità della normativa, l’eterogeneità dei processi, la soggettività dei professionisti e l’avanzamento della tecnologia, rendono lo studio professionale una realtà “produttiva” complessa quindi il campo di gioco ideale per chi intende andare a caccia di sprechi applicando una logica di Lean Office.

    Si pensi semplicemente, ad esempio, alle fasi di

    • produzione o ricezione
    • scambio
    • memorizzazione
    • archiviazione
    • successivo reperimento

    dei documenti che transitano per lo studio. Già solo questo semplice, basilare e banalissimo aspetto, nasconde un incredibile assorbimento di energie che normalmente non viene valutato.

    Questo piccolo esempio particolarmente comprensibile, serve a gettare le basi del concetto di Approccio Lean allo studio professionale.

    Immaginate ora di poter osservare per diversi giorni il comportamento dei professionisti e dei collaboratori alla ricerca di “sprechi” evitabili… ci sarebbero davvero delle sorprese.

    Lean thinking

    Diversi anni di esperienza nella ricerca applicata del miglioramento continuo (kaizen) degli studi professionali ci permettono di intervenire in termini di analisi su tutte le “aree grigie” dello studio.

    L’approccio Lean non è automatico. Per riuscire a tratte beneficio dal miglioramento dei processi occorre pensare in questa direzione, orientarsi all’efficienza e non solo all’efficacia. Spesso quando le cose “funzionano” si tende a non intervenire per non rompere gli equilibri conquistati in anni di esperienza. Adottare un metodo Lean thinking significa invece analizzare costantemente i modelli organizzativi ideali in ragione della singola realtà con costanza tenendo conto dei cambiamenti. L’approccio Lean abbinato ad efficaci sistemi di controllo garantisce la massima efficienza, l’elemento alla base di qualsiasi possibile sviluppo.

    Per muovere lo studio verso la sua l’evoluzione, occorre consapevolezza.

    Qual è la reale posizione di mercato?

    Quanto costa il singolo servizio?

    Quanto paga realmente il singolo cliente?

    Qual è lo stato di saturazione dello studio nel suo complesso?

    Ogni organizzazione, per migliorare, deve essere messa in grado di misurare le proprie performance a confronto con un punto di riferimento.

    In assenza di un punto di riferimento, anche nel caso in cui si disponga di un dato attendibile, non sarebbe possibile esprimerne una valutazione.

     

     

     

    fonte: Valore Studio Zucchetti